Guido Rossi (Milano, 1931-2017) ha rappresentato nei decenni a cavallo del passaggio di Millennio una figura davvero straordinaria di Giurista e Uomo di cultura.

Ha studiato a Pavia, alunno del Collegio Ghislieri e allievo in quella Facoltà giuridica di Mario Rotondi. Dopo una parentesi di studio ad Harvard, è divenuto giovanissimo docente di Diritto commerciale, insegnando come ordinario a Pavia (prima alla Facoltà di Economia e poi a quella di Giurisprudenza), a Venezia, Milano Statale e infine Milano Bocconi, di cui è stato nominato Professore Emerito. Ha chiuso il suo cursus accademico andando ad insegnare Filosofia del diritto alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita e Salute, per proseguire il fondamentale magistero nel dialogo e il necessario confronto fra economia, diritto, arte e letteratura.

Guido Rossi ha sempre coniugato l’attività di ricerca con quella professionale, come tanti grandi giuristi del Novecento; l’una, infatti, era concepita al servizio dell’altra: il caso pratico veniva portato ai suoi allievi per discuterne e confrontarsi, e l’attività scientifica era d’ispirazione per le soluzioni radicali ai casi che gli venivano affidati professionalmente.

I suoi interessi, sia scientifici che consulenziali, erano essenzialmente rivolti alla società per azioni e più in generale alle grandi imprese.

Rilevantissimi sono stati, altresì, i suoi incarichi sia nelle istituzioni che nelle imprese private: per primi vanno ricordati la presidenza della Consob e il seggio senatoriale da cui, in particolare, ha potuto e fortemente voluto promuovere la legge italiana antitrust nel 1990. Fra i vari incarichi privati vanno ricordati la presidenza Ferfin - Montedison nel periodo della relativa crisi finanziaria (del 1993-1995) e la presidenza Telecom nell’epoca della sua privatizzazione.

Tuttavia, la figura di Guido Rossi non risulterebbe sufficientemente nitida per le nuove generazioni se non si accennasse alle sue profonde passioni culturali, in cui manifestava la sua caratteristica di “collezionista onnivoro”, come ebbe egli stesso a definirsi, tra dipinti antichi e arte moderna astratta e di avanguardia, tra volumi preziosi e documenti storici rarissimi.

Guido Rossi è stata dunque la persona che più ha accostato il Diritto commerciale, oltre che all’economia, alla cultura: anzi, il suo motto era: “il diritto è un fatto di cultura”. Riteneva fondamentale assegnare al diritto un ruolo non secondario nella formazione culturale di ciascuno.

Se le monografie scientifiche restano, a distanza di decenni, fondamentali sugli argomenti trattati, il trittico pubblicato con Adelphi (Il conflitto epidemico, del 2003; Il gioco delle regole del 2006; Il mercato d’azzardo del 2008) costituisce tuttora una base essenziale per comprendere criticamente l’ordinamento finanziario odierno. A conferma della modernità della sua riflessione, non si può qui non ricordare che l’ultimo scritto edito di Guido Rossi è stato dedicato alla compliance come istituto nuovo, quasi di frontiera verso il futuro: proprio uno dei temi nodali del Corso organizzato ed erogato dal Centro che ora porta il suo nome.

Intensa è stata infine l’attività di Guido Rossi, sia con articoli sia con interviste, di collaborazione con le più importanti testate giornalistiche nazionali, nelle quali, pur sempre dal suo angolo visuale di grande giurista, poteva esprimersi su tematiche istituzionali, di sistema, di mercato, sempre con occhi indipendenti e sferzanti, cercando di raggiungere un pubblico più vasto di quello dei soli studiosi di diritto commerciale.